Se siete arrivati a questo post senza sapere da dove è iniziato il mio viaggio in yunnan, cliccate qui per scoprire come da Roma sono arrivata fino a qui. Se invece non aspettavate altro che leggere la seconda parte del mio resoconto, eccovi accontentati!
Dalla stazione dei bus di Lijiang vi chiederanno 10 Yuan per portarvi il più possibile vicino al centro della città. la città vecchia è patrimonio dell’UNESCO e zona pedonale. Vi consiglio di scegliere un hotel all’interno di una casa tradizionale ma non troppo vicino alle zone nevralgiche del centro. La città è molto visitata e la sera le persone fanno tardi per strada. Anche solo raggiungere l’hotel diventa complicato!
Noi siamo stati accolti in maniera magnifica, con tè e l’antica cerimonia fatta dalla proprietaria dell’hotel mentre ascoltava il nostro programma di viaggio. Il personale delizioso ci ha portato i bagagli in camera e aiutato nelle nostre necessità come l’acquisto dei biglietti del bus per Shangrila (62 yuan), che ci sono stati consegnati direttamente in hotel per la modica cifra di 5 yuan.
Le mappe vendute nelle agenzie del turismo in città non sono particolarmente attendibili, quindi quando le acquistate cercate di farvi anche dare le indicazioni per ciò che volete visitare. Anche in questo caso non vi assicuro nulla, noi abbiamo girato a piedi 1 ora e mezza solo per trovare l’hotel e chiesto indicazioni a decine di persone che ci hanno mandato ognuna in posti diversi.
Per entrare nel centro storico di Lijiang si paga una tassa di circa 100 yuan che dovrete presentare ai punti di accesso. Passeggiate lungo i canali ed ammirate gli scorci, fermatevi in un ristorante ad assaggiare i tagliolini al di la del ponte, 过桥米线. Brodo bollente di pollo nel quale potete immergere una serie di condimenti portati su un piatto: carne, verdure, germogli, uova. Buonissimi! Troverete inoltre un paio di negozi che vendono delle mappe, quaderni e lampade di carta fatta in modo artigianale. Le mappe di Lijiang e della via del tè e dei cavalli sono meravigliose.
La residenza dei Mu vi permetterà di farvi un’idea di come viveva la famiglia della minoranza etnica Naxi, che ha governato la città dalla fine del 1200 ai primi del 1900. Appartamenti decorati e giardini interni, fino a salire sul pendio della collina per ammirare i tetti della città antica.
Anche il mercato di Lijiang vi permetterà di entrare in contatto con la popolazione locale. Passeggiate attorno ai banchi di verdure, alle vasche di pesci vivi, sgranocchiando castagne al vapore appena acquistate e buonissime.
Shangrila è la successiva tappa del nostro viaggio in Yunnan. I bus per Shangrila partono dalla stessa stazione di arrivo. Nella stessa via della stazione trovate dei piccoli ristorantini che vendono cibo per la “colazione”. Ravioli in brodo (yuntun 云吞) ravioli di pane al vapore (baozi 包子) e molto altro. Ci vogliono anche qui circa 4 ore di viaggio su tornanti che salgono fino a 3000 metri, senza protezione e con sorpassi impossibili. Non vi nego che io mi sono messa veramente paura in alcuni pezzi di tragitto, dove guardando giù si percepiva veramente l’altezza a picco verso la vallata. Lungo la strada lo sguardo si perde sui pascoli verdi, sulle valli e sui punti panoramici, segnati spesso da tumuli e bandierine buddhiste contenenti preghiere.
La città vecchia di Shangrila è stata parzialmente distrutta da un disastroso incendio nel gennaio 2014. E’ stata quasi completamente ricostruita, ed anche qui è inutile utilizzare una cartina! Muovetevi per le stradine di pietra e raggiungete la piazza principale, dove sentirete la musica e troverete la collina della tartaruga 龟山公园, con due templi buddhisti e la ruota di preghiera più grande al mondo. Anche qui, salendo le scale che portano ai templi accuserete un pochino l’altitudine. Il respiro manca e la fatica aumenta. In quasi tutti i market della città vecchia vendono delle bombolette di ossigeno (circa 60 yuan). Lasciatevi trasportare dall’atmosfera e fate girare la ruota assieme agli altri visitatori.
Noi avevamo una stanza in una residenza tradizionale tibetana, anche museo. Purtroppo i servizi nelle stanze lasciano un po’ a desiderare, il condizionatore non funzionava e faceva molto freddo, anche il dosatore di acqua calda e fredda della doccia non funzionava, dopo una serie di richieste di sostituzione, ci siamo fatte spostare in una suite con vista senza pagare nulla in più.
Per mangiare vi consiglio di provare la cucina Tibetana, il miglior ristorante, a nostro avviso si è rivelato il Patma. Dalla piazza principale, con la collina della tartaruga a sinistra, percorrete la strada che costeggia il lato sinistro del museo. Il ristorante si trova sulla sinistra. Buonissima la torta di carne di Yak, l’Hotpot Tibetana e il maiale arrosto. Quando uscite per cena, soffermatevi nella piazza principale della città vecchia. Degli altoparlanti emettono musica tradizionale e gruppi di donne locali ballano in cerchio. Inseritevi, sarete bene accetti e vi divertirete un mondo!
Nella piazza principale vi è anche una stazione di pullman che partono per le varie escursioni dei dintorni. Li abbiamo trovato un’agenzia che per 280 yuan (compreso il prezzo dell’ingresso di 190 yuan) ci ha portato in pullman (30/40 minuti) al parco nazionale Pudacuo 普达措国家公园. All’interno del parco ci si muove con dei bus ecologici, attraverso i principali punti di interesse. I due laghi, Shudu hai 属都海 a 3590 metri e Bita hai 碧塔海 e alcuni pascoli.
Il Ganden Sumtseling si trova a 15 minuti di taxi dalla città vecchia. E’ il monastero di Buddhismo Tibetano più grande dello Yunnan ed attualmente ospita circa 700 monaci. Il complesso è composto da diversi templi, l’accesso ai quali avviene tramite una grande scalinata. E’ stato molto bello visionare come siano diversi sia i templi, che i monaci al loro interno e i loro atteggiamenti. Monaci bambini e anziani che donano bracciali di preghiera nei templi più piccoli e meno frequentati. Monaci che benedicono i fedeli in cambio di una piccola offerta.
Musica e preghiere lungo tutto il percorso. Qualche monaco che brucia alcune offerte, durante una cerimonia all’aperto. Ragazzi che supportano nelle funzioni dei fedeli, come l’accensione di incensi e il sacrificio di nastri di preghiera. Si è liberi di girare e non ci si sente a disagio, come accade di solito quando ci troviamo nel luogo di un culto che non ci appartiene. Anzi, ci si sente accolti.
Sono stata invitata ad accendere incensi senza nulla in cambio. Non una ma ben due volte. E quando ho deciso di fare un’offerta e di ricevere in cambio un bracciale di filo da un monaco anziano e quasi cieco, ho sentito tutta la carica di energia del luogo espandersi in me, e mi sono commossa prima ancora che il monaco mi rivolgesse la parola. Un giro di filo attorno al polso, un nodo, alcune preghiere e un soffio, e poi la mano tra le sue. Mi ha chiesto di dove fossi, gli ho risposto italiana…
Il viaggio si è concluso con il nostro ritorno a Kunming, per riprendere il volo per Beijing e poi Roma. Siamo tornate dalla signora dei ravioli. Una mamma adottiva ormai. Ci ha offerto di nuovo la colazione, una ventina di ravioli, una ciotola di brodo caldo e si è fatta fotografare per mostrare la foto a mia madre, dicendo che avrebbe voluto conoscerla la prossima volta che saremmo andate a Kunming, con lei e papà.
Con lei, voglio ricordare tutte le persone che ci hanno aiutate in questo viaggio, in modo così semplici che noi purtroppo non conosciamo più, presi come siamo dalla frenesia quotidiana… La coppia di ragazzi con bambino di 8 mesi, che scendendo da Longmen ci ha accompagnato prima in autobus e poi a piedi alla fermata dell’autobus per l’hotel, pagandoci anche un biglietto. La signora che ci ha aiutate a comprare il biglietto del pullman per Shilin. Gli autisti degli autobus che ci hanno sempre indicato dove scendere, quando noi non avevamo neanche idea di dove fossimo. La signora anziana che è scesa con noi alla fermata per mostrarci la via che cercavamo. I ragazzi dell’hotel che dopo 1 ora e mezza sotto la pioggia ci cercavano per la città, mentre noi cercavamo loro. Il ragazzo che ci voleva offrire del riso bianco, fatto da lui, quando ha saputo che avevamo mal di stomaco. Il tassista che ci ha portato in aeroporto alle 7 del mattino, quando per la città non gira un’anima. Chi ha capito le mie parole quando avevo difficoltà ad esprimermi. Chi non mi capiva ma ha fatto di tutto per aiutarmi. Tutti coloro che si sono complimentati per il mio cinese parlato, pur sapendo che non fosse vero. Tutti coloro che ci hanno supportate, in Cina e dall’Italia, nelle difficoltà che abbiamo affrontato in questo viaggio….
E adesso carrellata Food e link utili!
Lijiang: Xin Gui Zhu Boutique Inn
Shangrila: Ancient Town Zhuji Hotel
9 Comments
natascia
15 Settembre 2015 at 18:40Che meraviglia. Complimenti Silvia. Sono convinta che il tuo cinese parlato sia buono. Anche seguendo la tua tabella di marcia non ce la potrei mai fare. Come hai detto tu avete incontrato delle difficoltà e per questo la soddisfazione è ancora maggiore!
Vanessa
15 Settembre 2015 at 18:40Mi sono letta d’un fiato le due puntate del tuo meraviglioso e avventuroso, direi, viaggio! Sono letteralmente incantata! L’umanità di cui parli è qualcosa di prezioso, che scalda l’anima!
m4ry
15 Settembre 2015 at 21:02Silvia, che meraviglia…le foto sono molto suggestive e rendono perfettamente l’idea del tuo racconto…un giorno mi piacerebbe andarci…un abbraccio :*
Claudia
15 Settembre 2015 at 22:09Le foto di questo meraviglioso viaggio mi fanno viaggiare con la mente.. Davvero tanta invidia:)
a presto :*
Monica
16 Settembre 2015 at 12:58Che bel viaggio tesoro.
Mi sono letteralmente divorata i due post, e devo dire che sei davvero brava nel travel blogging, con tanti dettagli, info e piccole nozioni utili. E dalle foto immagino solo parzialmente la bellezza di questi posti e del viaggio in se, della scoperta di luoghi e persone meravigliose. Chissà che un giorno un aereo non mi porti li…
Tatiana
17 Settembre 2015 at 9:02Che meraviglia… non so se andrò mai così lontano ma questo post mostra tutta la bellezza e la particolarità dei posti che hai visitato, tanto lontani da noi a livello culturale e per questo ancor più affascinanti. E poi a vedere quella zuppa mi è venuta fame già alle nove del mattino…slurp!
Un bacio 🙂
Silvia Brisi
17 Settembre 2015 at 22:40Bellissimo post!! Immmagino la difficoltà di fare un viaggio in un posto così diverso da quelli a cui siamo abituati, un vero viaggio!!!
Spero di riuscire a trovare il modo di andare in Cina, ho già in elenco un po’ di posti che vorrei fotografare!!
Un abbraccio!!
Andrea
20 Settembre 2015 at 10:47Sono posti da sogno, ti invidio per avere avuto l’opportunità di visitarli!
p.s. Ieri ad Anzio ho visto una signora che ti assomigliava; era in un negozio di elettrodomestici per comprare una lavatrice nuova. Eri per caso tu?
Laura e Sara pancettabistrot
22 Settembre 2015 at 23:19Wow Silvia, questo sì che è un Viaggio!!! Fantastico, avventuroso e faticoso allo stesso tempo….questi posti sono davvero incredibili ed incantevoli…e poi, quanto mi vorrei tuffare in quella ciotola di ravioli in zuppa! Grazie per avercelo raccontato!!
L.